Mia Cugina Rachele di  Daphne du Maurier
A cura di Silvia  (02/2017)
Voto: 


Rispolverare un classico della letteratura del Novecento e ritrovarmi avvinghiata alle pagine nel giro di pochi minuti è stato un tutt'uno. Con Mia Cugina Rachele, Daphne Du Maurier non ci presenta l'opera carica di supense e colpi di scena che è stata Rebecca la Prima Moglie, ma un noir in piena regola in cui la narrazione si mantiene costantemente in bilico tra il dubbio e la certezza.

Se dovessimo uccidere le donne per la loro mala lingua,
saremmo tutti assassini,


Rachele è la perfetta femme fatale, non c'è uomo che non ne subisca il fascino e resti intrappolato in una rete di sguardi e sorrisi capaci di comunicare quanto si preferisce credere. Timidezza. Discrezione. Imbarazzo. Disponibilità...
Philip, prima di conoscere la vedova di suo cugino Ambrose, offuscato dalla gelosia e divorato dalla rabbia, si era costruito un'immagine di Rachele che si dissolve non appena la incontra. Lei non rompe il silenzio che lui tanto ama, ma lo riempe con quella sua voce bassa e pacata. Lei non cerca servitori che la blandiscano di continuo, perché sa cosa sia il rispetto e ci tiene alla propria indipendenza. Non rivendica neppure un testamento dal quale è stata esclusa, desidera soltanto conoscere le persone e i luoghi che il marito tanto le ha decantato.
Più che un'intrusa Rachele diventa per Philip una preghiera esaudita, e la promessa di vendicare la morte di Ambrose infliggendole dolore e indifferenza, si trasforma in breve tempo nella speranza di un futuro insieme.

Ci sono delle donne, Philip, anche brave donne,
le quali, senza colpa loro, sono portatrici di sciagura.
Tutto ciò che toccano diventa tragedia.


La grande abilità dell'autrice sta nell'aver creato due personaggi anagraficamente lontani (almeno per l'epoca) ma governati da impulsi differenti eppure simili. Entrambi vogliono qualcosa, ma i mezzi per raggiungerlo sono diametralmente all'opposto. Rachele ha esperienza, intelligenza ed è una donna paziente. Philip invece è fatto di istinto e sentimento, vive l'amore con un totale senso di abbandono godendo dello stato di ebbrezza in cui sembra essere precipitato. Ed è a lui che la Du Maurier ha affidato la narrazione, al personaggio più trasparente del romanzo, all'unico in grado di mantenere Rachele avvolta dal mistero, deformandone l'immagine attraverso i suoi occhi innamorati. Perché più volte ve lo chiederete, ma Rachele... chi è? Una vittima del fato avverso, o una donna che il destino ha saputo manipolarlo?
Non vi resta che abbandonarvi a questa storia di dubbi e silenzi, estasi e catastrofi, e scoprire perché l'uomo non potrà mai ergersi a giudice supremo. La verità, forse, non è mai assoluta.



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Titolo originale

my cousin Rachele

Casa Editrice 
Il Saggiatore

Genere
drammatico, noir

Pagine 304