A cura di Gianfranco F.
(10/2013)
Voto:
Grande Martin. Grande libro. E sicuramente grande saga.
Siamo nei Sette Regni di Westeros, un mondo immaginario ma
perfettamente credibile grazie ai forti richiami al medioevo europeo
dove le stagioni durano generazioni e un alto muro di ghiaccio,
denominato Barriera,
protegge la popolazione dalle insidie del nord. Insidie in parte ignote
e per molti solo frutto di leggende e antiche superstizioni, ma queste
ancestrali minacce sembrano destinate a ripresentarsi portando morte e
gelo in
tutto il regno e hanno un nome che nessuno osa pronunciare: estranei.
Ma per i Sette Regni è un momento di grandi cambiamenti e tumulti anche
a livello burocratico e politico. L'omicidio del
Primo Cavaliere, Sir Arryn, ha lasciato libero alla corte di Re
Robert Baratheon un posto che fa rima con privilegi e più a
sud il giovane Viserys Targaryan sta tentando di radunare un
esercito per conquistare il trono di spade, convinto di esserne il
legittimo erede: per mettere in atto il suo piano arriva a vendere la
sorella
Daenerys a khal Drogo (dove khal sta per signore)
in cambio dell'armata di barbari che comanda. A ingarbugliare
ulteriormente vicende già di per sé intricate contribuiranno sottotrame
fatte di amori, tradimenti, amicizie, incesti... insomma come credo
avrete già intuito le basi per una storia fatta di ribellioni, assalti
e guerre ci sono già tutti. E siamo solo
all'inizio.
Martin affida la narrazione al punto di vista di ben otto
protagonisti, ognuno con un ideale da perseguire e un carattere ben
definito. Tra tutti spicca sicuramente Eddard Stark, lord di
Grande Inverno (un feudo), protettore
delle terre poste a nord (vicino alla Barriera) e
grande amico d'infanzia del re. Eddard è il
classico eroe per eccellenza: leale, coraggioso, umile, devoto
alla famiglia e alla corona. Impossibile non affezionarcisi, e
lo stesso vale per i suoi figli, dal piccolo Bran, all'imprevedibile
Arya, a Jon il bastardo, uno dei personaggi con più potenziale da
sviluppare. Non posso invece dire lo stesso per Sansa, la figlia
perfetta, tutta rigore ed etichetta che ammetto di aver odiato un
po'... un bel po'.
Ma il palcoscenico è così vasto e complesso che non voglio mentirvi
dicendovi che dopo poche pagine sarete già
ben calati nella vicenda,
perché non succederà. Ci vuole un po' di tempo, Martin scrive con
dovizia di particolari, ma vi assicuro che una
volta superato lo scoglio iniziale quella che vi ritroverete
tra le
mani è la sceneggiatura spettacolare di una vicenda incredibile e
ingegnosa, ricca di colpi di scena assolutamente inaspettati.
Perché ricordatevelo bene - così eviterete delusioni - Martin non ama i
suoi personaggi, ma la storia che le loro vite, le loro gesta e
purtroppo anche le loro morti, sono in grado di raccontare. Vi verrà
qualche mal di pancia, forse lo insulterete anche, magari lo odierete,
ma alla fine lo ringrazierete. Il suo stile poi è assolutamente
fantastico: diretto,
semplice ma allo stesso tempo poetico, capace di cambiare magicamente
registro a seconda del narratore. Le pagine scivolano via senza fatica,
e anche quelle apparentemente più ininfluenti allo sviluppo della trama in seguito
assumeranno un significato. Niente è lasciato al caso. Niente è scritto
con il solo scopo di allungare inutilmente la storia.
Un unico appunto. Se vi aspettate un fantasy fatto di magie, stregoni,
elfi, creature fatate e cose di questo tipo, no, non è così, almeno non
in questo primo capitolo della saga. Eppure la magia si respira in ogni
pagina, non se ne parla perché è stata ufficialmente bandita dai regni,
ma quello che dorme non è detto che non si risvegli.
In definitiva consiglio caldamente questo capolavoro, che siate appassionati del fantasy o non proprio avvezzi al genere, perché Il Trono di Spade difficilmente vi deluderà; sicuramente non mancherà di stupirvi e con tutta probabilità entrerà nel vostro cuore facendovi innamorare perdutamente di questa saga fantastica e avvincente a tutti gli effetti!
Un'ultima cosa prima di chiudere. George Raymond Richard Martin: io ti stimo. Grazie.