Dolce, Cara Audrina di Virginia Andrews

A cura di Silvia  (06/2014)
Voto: 


In una grande e antica dimora, isolata dal mondo e tenuta al riparo da visite indiscrete, cresce Audrina, una bambina dagli occhi viola e con capelli da camaleonte, bellissima, amata sopra ogni cosa, praticamente perfetta se solo non le mancasse il senso del tempo. Nella sua mente ci sono vuoti incolmabili, nebbie che non si vogliono dissolvere, le settimane per lei sono giorni, gli anni mesi e la sua memoria sembra un'impercorribile e infinita torre di Babele. Per questo i suoi genitori la proteggono da tutto quello che c'è al di fuori delle solide mura della loro fatiscente villa. Hanno già perso una figlia, la Prima, Meravigliosa e Unica Audrina, uccisa dalla lussuria e dalla cupidigia della gente, e non vogliono rischiare che anche alla loro secondogenita succeda qualcosa. Ma tutto questo amore è palesemente sconsiderato, opprimente, sbagliato.
Audrina cresce nell'ombra di una sorella che non c'è più, defraudata di un'infanzia che non ricorda, consapevole che il destino non le riserverà nessuna vita da vivere, insoddisfatta di se stessa e delle persone che la circondano.

C’era qualcosa di strano nella casa in cui sono cresciuta. C’erano ombre negli angoli e sussurri sulle scale e il tempo era insignificante come la chiarezza. Ma non saprei dire come facessi a saperlo.
C’era in atto una guerra in casa nostra: una guerra silenziosa, senza rombi di cannoni, e i corpi che cadevano non erano che desideri morenti e le pallottole parole e il sangue versato si chiamava sempre orgoglio.

Tra orologi che scandiscono il tempo in modo diverso, una sedia a dondolo in grado di infondere doni speciali e compleanni che non si festeggiano, Audrina diventa una donna. Dolce, compiacente, altruista. Una donna forgiata da segreti seppelliti e verità taciute, destinata a vivere nella menzogna fino alla scoperta di quell'agghiacciante realtà che la libererà dalla paura e dalla follia. 

Ancora una volta Virginia Andrews, con il suo solito stile pomposo, racconta una storia in cui i mali dell'uomo s'intrecciano con una tale disinvoltura da sembrare normali, e attinge ai temi che le sono più cari: la reclusione (già trattata in Fiori Senza Sole), la sopraffazione psicologica, il disagio sociale, il maschilismo imperante in una società che stava invece combattendo l'ultima battaglia verso l'emancipazione femminile. My Sweet Audrina più che un libro ambientato negli anni '80, sembra un romanzo dell'800. Sono infatti le atmosfere gotiche il punto di forza di una storia ben congegnata, ma non altrettando ben strutturata, e questo purtroppo è un difetto che ho riscontrato sempre nei romanzi della Andrews. Se da una parte amo il suo stile narrativo, dall'altro non sopporto i dialoghi artificiosi, finti e teatrali.
My Sweet Audrina è un libro ricoperto di ragnatele che odora di polvere, spesso è ridondante, ripetitivo, alcune parti sono esasperatamente lente, ma c'è qualcosa che striscia tra le parole della Andrews che ti entra dentro. Ti infetta. Ti rende succube. Ti porta in luoghi bui, febbrili, lascivi e il disagio che si prova è quasi confortante, stranamente familiare. Eppure inquietante.
Il finale non mi ha soddisfatta del tutto, non ci sono condanne esplicite, nemmeno vendette e coi peccati commessi i personaggi imparano a convivere come se fossero una parte imprescendibile del loro essere. Volevo una Andrews ancora più cattiva, cattiva come solo lei sa essere, perché anche se l'happy end ha un sapore amaro mi aspettavo  qualcosa che sapesse di rancido e raffermo. L'avrei digerito meglio.

Nota: La LifeTime ha annunciato la trasposizione del romanzo in un film per la tv.

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Titolo originale
my sweet Audrina

Casa Editrice 
Sonzogno 1984
(fuori stampa)

Genere
narrativa, drammatico,
gotico, horror, thriller

Pagine 365




Altre Edizioni
Distribuzione Editoriale Fabbri Editore
Sonzogno (ed. rilegata) Urania