A cura di Silvia (04/2013)
Voto:
Sono come la canzone di Vasco, Senza Parole, e il
motivo è molto semplice: nonostante il mio approccio con gli autori
italiani sia all'insegna della diffidenza, quando leggo Donato Carrisi
tutti i muri e i pregiudizi si abbattono dopo due righe. Perchè Carrisi è un grande autore e
qualsiasi cosa scriva, la scrive bene, punto.
Quando ho iniziato La
Donna dei Fiori di Carta non sapevo cosa aspettarmi. Forse
mi attendeva il Male
che mi ha perseguitata ne Il Suggeritore, ma questo titolo
mi
riportava a qualcosa di più onirico, dal profumo d'oriente.
Vero, ma solo in parte, perchè Carrisi mi ha spiazziata. Ancora una
volta.
Inizio il libro e mi ritrovo sul Monte Fumo, il teatro di una delle
tante battaglie che si combatterono durante la Prima Guerra Mondiale.
Jacob Roumann è un medico austriaco che più che salvare i soldati, li
accompagna nel loro ultimo respiro. Una sera, tra il freddo e la morte
arriva un prigioniero italiano di cui si vuole scoprire l'identità per
poi effettuare uno scambio con il nemico, ma quando Jacob si siederà
accanto a lui non otterrà solo un nome, ma molto di più. Una storia romantica,
funambolica, avventurosa, fatta di montagne che cantano, sapone che
piove e fiori di carta che profumano.
Ma il vero segreto si cela dietro a tre domande: Chi è Guzman? Chi sono io? E chi
era l'uomo che fumava sul Titanic?
Nel buio di una cattedrale di ghiaccio, alla vigilia di una
fucilazione, trovare queste risposte diverrà per Roumann una vera e
propria ossessione, una specie di
passaggio segreto verso una realtà differente. Un modo per evadere da
quella trincea, dalla guerra.
Il racconto dell'italiano riesce a fargli dimenticare l'inferno che
profana quelle montagne, la nostalgia per una casa in cui forse non
farà ritorno, la paura che quello che si sta guardando sia l'ultimo
cielo.
Sono onorata di aver potuto conoscere Guzman, la sua smodata passione
per il fumo (così politicamente scorretta) e la magia delle sue parole
capaci di raccontare storie vere travestite da leggende. Un
gioco di specchi capace d'incantare e d'ingannare che rende il lettore
vittima delle meravigliose suggestioni, anche oniriche, che Carrisi è
riuscito a ricreare. Perchè il romanzo sarà anche breve,
ma è una di
quelle eccezioni per me rarissime, in cui in poche pagine si è saputo
racchiudere
il senso della vita. Quella
vita per cui bisogna trovare una ragione e un'ossessione,
quella che ci fa respirare, quella da raccontare e tramandare.
Roumann è un semplice medico che non ha nemmeno più una moglie da cui
fare ritorno, e se sopravviverà alla guerra non avrà altro che racconti
di lacrime e sangue. Ma dopo una notte passata ad ascoltare
l'italiano avrà una ragione per vivere e una straordinaria
storia
da far conoscere. Molto più di quanto potesse sperare.
Partendo dal mistero di un uomo affondato con il Titanic fumando un sigaro in tutta tranquillità, si intrecciano vite, sogni, speranze con piccole e grandi follie, e si scopre un nuovo Carrisi incredibilmente bravo quanto quello vecchio, dalla penna morbida, vellutata, vergata dal tempo e dal profumo dei ricordi.
La Donna dei Fiori di Carta è un bellissimo libro sull'ormai perduta capacità d'ascoltare e raccontare, da leggere e da non riporre in libreria. Bisogna tenerlo a portata di mano e aprilo nei momenti in cui i nostri perchè non trovano risposta. Come per magia, potrebbe succedere il contrario...
Puoi
togliere ogni cosa a un uomo - il rispetto, l'onore, la dignità. Ma se
uccidi il suo sogno, è finita.
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