A cura di Silvia
(07/2014)
Voto:
Per
sentito dire Veronica Soffici è la "sfortunata figlia di Ernesto
Soffici" almeno è così che vocifera la gente. Sfortunata.
Sarebbe stato meglio dire ritardata, o addirittura pazza, alienata, ma
la gente ha paura a pronunciare certe parole, nemmeno fossero
contagiose, eppure è così brava a riassumere in un solo vocabolo
l'intera essenza di una persona...
Ma Veronica non è stupida, appartiene solo all'altro lato del mondo
e ha il compito di proteggere sua sorella Cecilia, una ragazza fragile
e cagionevole di salute incapace di distinguere il bene dal male.
Veronica l'ha salvata più volte afferrandola per i piedi e riportandola
sulla terra quando gli angeli avevano tentato di portargliela via. E'
la sua custode, l'unica in grado di difenderla. Insieme reinventano i
mondi che Veronica scopre attraverso i romanzi che dimorano nella
biblioteca della grande villa: possono essere chiunque, da Jane Eyre a
Maria Antonietta, da Sandokan a Robinson Crusoe. Giocano in cantina,
sotto al tavolo, nel giardino. Imbucano lettere destinate a scrittori
ormai defunti nel tronco di un albero cavo e intanto le persone che
vanno e vengono dalla loro grande dimora parlano indisturbate davanti
a loro, che tanto non capiscono nulla.
Ma Veronica ha capito fin troppo bene. Sa che suo padre sta
morendo e che Anton, uno schifoso ratto con il camice da dottore, vuole
mettere le sue luride zampe sulle industrie di famiglia, diventate
famose grazie alla Marmellata Soffici. Ma lei sarà abbastanza forte per
impedirlo? Riuscirà a sconfiggere i demoni che dimorano silenziosi tra
le mura di casa?
Pierpaolo Vettori ci presenta una moderna e
singolare Alice, felice e disincantata nel suo paese delle Meraviglie,
ma sono in pochi ad accettarla per quello che è, e non tutti vogliono
il suo bene, così, poco alla volta, per colpa di un intricato gioco di
inganni e corruzione la favola si colora di nero e il
sogno di Veronica diventa un incubo.
Ma la follia non è mai
stata così poetica. I giochi di potere non hanno mai
celato tanta avventura e magia.
L'intero
romanzo è un viaggio onirico e visionario nel mondo immaginario di
Veronica, quello in cui si rifugia e che non la fa sentire sola in
terra straniera.
Ma poco a poco quel mondo non le basterà più, perché Veronica vuole vivere, ma
non sa come si fa.
Un
esordio splendido, una penna capace di dar vita a sogni e immagini, una
storia toccante e dolorosa sul significato dell'essere
diversi.
Se fosse un film sarebbe l'unione di Big Fish con Il Labirinto del Fauno.
Fate incontrare Tim Burton e Guillermo del Toro e forse loro potrebbero
far rivivere l'elegante decadenza dell'Italia di Tangentopoli e
ricreare l'incanto de Le
Sorelle Soffici.