Mandami Tanta Vita di Paolo di Paolo

Voto: 

A cura di Silvia (05/2013)

Finito in una giornata Mandami Tanta Vita di Paolo di Paolo è un libro sul difficile passaggio dalla giovinezza all'età adulta, un passaggio fatto di sfide, indecisioni, paure e momenti di buio. Un passaggio inevitabile, ma che a volte, spesso, può cogliere impreparati.

Siamo nel 1926, gli anni delle leggi "fascistissime", gli anni del controllo. Il sistema politico è sempre più gerarchizzato, i giornali possono venire stampati solo dopo l'approvazione del governo e siamo anche alla vigilia dell'abolizione dello sciopero che potrà essere esercitato solo se approvato dal Sindacato (fascista ovviamente). Anni difficili, caldi, tumultuosi, in cui anche i più coraggiosi preferiscono non esternare la loro indole. Ma non tutti. C'è un giovane, Piero, che ha già fondato due riviste, una letteraria e una di stampo politico, e che non manca mai di farsi portavoce di scomode verità. Piero è il ragazzo che non ha avuto paura di crescere e che non rinuncia a stare in prima linea. Il suo personaggio è ispirato in tutto e per tutto a Gobetti, l'antifascista italiano che ha contribuito alla vita culturale e politica del Paese senza mascherare quelli che erano i suoi pensieri. Un ventiseienne morto nel nome dei suoi ideali.

Moraldo invece è un giovane studente di filosofia che affronterà il passaggio all'età adulta con difficoltà. Per lui Piero sarà una sorta di faro, le loro vite scorreranno parallele, si sfioreranno, ma saranno sempre caratterizzate da palesi divergenze e differenze. Moraldo però non potrà fare a meno di "invidiare" questo giovane così diverso da lui a tal punto che cercherà di contattarlo, ma non ricevendo risposta tenterà di svilirlo, per poi pentirsene, per poi fare un passo indietro e di nuovo due in avanti.

Nella vita di Moraldo entra anche una donna, Carlotta, conosciuta grazie a uno scambio di valige e che seguirà a Parigi per conquistarla, per inseguire quel coraggio che non sapeva di avere e che forse non avrà mai... ma forse è tempo di crescere anche per lui.

Mandami Tanta Vita non è stato un libro semplice per me. Da una parte mi ha attratta la parte storica, il messaggio implicito, il fatto che un autore così giovane abbia voluto scrivere una storia sul passato rendendo omaggio a Gobetti, ma rivolgendosi comunque alla nuova generazione. Guardare il passato per capire il futuro. E capire il passato per guardare il futuro. Ruote che girano, cerchi che si chiudono, verità che si ripetono. Mandami Tanta Vita è tutto questo insieme di cose.

Però lo stile narrativo per me ha rappresentato una barriera, mi ha fatto stare fuori dalla storia facendomela vivere in maniera distaccata. Non sono riuscita a capire se questa scrittura monocorde dovesse servire per trascinare il lettore nel passato, nei ferma immagine che descrivono fatti storici ed emozioni in bianco e nero, ma per me ha rappresentato un limite.
Tanto per fare un esempio e capire di cosa parlo, tutto il romanzo è scritto così: 


Nella realtà, domanda L'ho disturbata?
No, s'immagini.
La risposta ha un tono gliaciale [...]
Passavo di qui, stasera pensavo di andare al Carignano, c'è La principessa giardiniera, se le va potremmo andare insieme. [...]
Lei dice Mi dispiace, ho già un altro appuntamento proprio stasera.


Discorsi diretti inseriti senza la canonica punteggiatura, e una narrazione al tempo presente in terza persona che si affida a uno stile "raccontato" . 

Tutto questo ha fatto sì che le emozioni non sfociassero in urla e grida, ma che tutto restasse soffocato. Come in un film muto, come in una vecchia retrospettiva. E forse doveva essere proprio così e sono io quella con dei limiti che non ha saputo apprezzarlo a dovere. D'altronde Paolo è finalista al Premio Strega, e io sono qui a scrivere le mie impressioni su un romanzo che vale probabilmente più di quanto non stia dicendo e su cui forse, tra qualche giorno, starò ancora riflettendo.


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Titolo originale
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Casa Editrice 
Feltrinelli

Genere:
storico, drammatico

Pagine  158

Prezzo € 13,00