A cura di Silvia (04/2014)
Voto:
Male, male, male. Allegiant mi ha fatto male. Ma è un male buono, uno di quei mali che era giusto affrontare e se dopo millecinquecento pagine mi sono ritrovata con gli occhi gonfi di lacrime allora posso dire senza ombra di dubbio che la Roth, con la sua trilogia distopica, ha colpito nel segno.
Di seguito non troverete nessuno spoiler sull'epilogo, chi è arrivato fin qui non ne ha bisogno, ma a chi deve ancora intraprendere questo viaggio voglio dire cos'ha significato per me. Leggere questa trilogia è stato come guardare un film senza colonna sonora, un film in cui le immagini si susseguono veloci, senza primi piani strategici attui a catturare le emozioni o scene al rallentatore per imprimere un pathos maggiore. No. In Divergent, Insurgent e Allegiant non c'è nessun espediente per far leva sul lettore, tutto scorre in modo inarrestabile come il tempo. E tutto lascia un segno indelebile nel tempo, perché ogni azione ha una ripercussione a cui non ci si può sottrarre. Ma i protagonisti di questa serie sono giovani uomini e giovani donne cresciuti troppo in fretta e non è perché c'è una guerra che si può evitare di innamorarsi. Non è perché si muore che ci si può permettere di arrendersi. Non è perché si combatte che non si ha bisogno di un abbraccio. Loro ne hanno bisogno più che mai.
Ho amato Divergent
perché mi ha fatto conoscere la forza e l'incoscienza di personaggi
apparentemente già definiti, ma in realtà il loro cammino
verso una piena consapevolezza di sé si scoprirà essere solo all'inizio.
Ho amato Insurgent
perché mi ha fatto scoprire una Tris nuova, profondamente umana, quasi
autolesionista, totalmente persa in un abisso di incertezze che non le
permetteranno di agire con lucidità in più di un'occasione.
E ho amato Allegiant perché
ogni cosa trova il suo posto. Ogni personaggio capisce finalmente chi
è, chi vuole essere... chi è sempre stato.
Tris in questo romanzo è
più forte che mai, la sedicenne minuta e
fragile che non sapeva a quale fazione votarsi il giorno della Scelta,
ha lasciato il posto a una vera combattente che ha fatto i conti con il
peso dei ricordi e ha capito che nemmeno la morte le porterà mai via le
persone a cui ha voluto bene. Certi sentimenti sono indelebili.
Ma Allegiant è
anche il libro di Tobias, non solo perché la Roth gli affida parte
della narrazione, ma proprio perché mai come adesso lo spoglia di ogni
protezione facendocelo conoscere per quello che è: un normalissima
ragazzo a cui è stata negata un'infanzia felice, un diciottenne alla
ricerca disperata
dell'amore di due genitori impegnati solo a distruggersi. Tobias è
forte, gentile, determinato, impulsivo, ma è anche insicuro, fragile e
spaventato. A volte ha
addirittura più paura di se stesso che degli
altri. Insieme si completano e si scelgono
quotidianamente: in un mondo
privo di certezze Tris e Tobias sanno di poter credere l'una nell'altro.
Essendo l'ultimo romanzo della trilogia è ovvio che tra le sue
pagine troverete tutte le risposte a quelle domande che sono sempre
rimaste in sospeso, ma Allegiant
sotto molti punti di vista è un romanzo più intimista dei due
precedenti, incentrato sul significato della vita, sulle conseguenze
delle guerre, sul potere dell'amore e del sacrificio.
Alla fine la Roth è
riuscita a scavare un piccolo solco nel
mio cuore, ed è lì che conserverò Tris e Tobias, in quella piccola
parte che racchiude il mio lato intrepido, candido, pacifico e da
abnegante. In quella parte di me che non lascia spazio
alla razionalità
dei sentimenti, dove le divergenze non esistono e dove tutto resiste
agli urti della vita e della morte.
Sono felice di aver intrapreso questo viaggio. Non sono felice
che sia finito, ma l'eco che mi porterò dietro è di quelli destinati a
durare a lungo.
La trilogia
1. Divergent - Divergent
2. Insurgent - Insurgent
3. Allegiant - Allegiant