A cura di Silvia (03/2013)
Voto:
[contiene
spoiler sul libro precedente]
"Eravamo stati lanciati a tutta velocità verso una brillante ed estenuante carriera accademica, venivamo addirittura nutriti con quelle ambizioni, ma da qualche parte, dentro, stavamo morendo di fame. Decidemmo che era arrivato il momento di fermarci, ma non potevamo farlo da soli, avevamo bisogno gli uni degli altri."
Jenna, Locke e Kara. Tre amici
veri. Tre adolescenti che avevano fame di vita e che con la
vita hanno pagato quel bisogno.
Jenna è stata salvata grazie al Bio-Gel, ma per non condannare allo
stesso Inferno i suoi due amici distrugge le copie con i salvataggi
delle loro menti.
Adesso però, dopo 260 anni, i due ragazzi vengono "ricostruiti" e
mentre
Locke è disorientato, spaventato, ancora perso in un passato
cronologicamente lontano, ma emotivamente vicinissimo, Kara è
arrabbiata. Con la vita. Con chi gliel'ha tolta. Con Jenna. Non resta
che ritrovarla...
Questo romanzo poteva essere un tripudio di azione e colpi di scena invece, come il precedente, sposa tematiche etiche e morali, si addentra nella psicologia di questo ragazzo con oltre due secoli sulle spalle ma con l'esperienza di un sedicenne e scruta, analizza, esplora gli anfratti della sua mente. Una mente che è stata racchiusa per 260 anni in una scatola di 15 centimentri, con la sola voce di Kara a cullarlo e con il "nulla" per coperta.
L'autrice
come al solito è perfettamente a suo agio nei passaggi più intimisti e
introspettivi del romanzo, ma è ancora inesperta nell'affrontare scene
d'azione o nel ricreare la giusta suspense, cosa che sarebbe stata
utile visto la svolta che ha voluto dare alla storia.
Siamo in un
futuro dove la tecnologia ha continuato a progredire e proprio perchè è
Locke la voce narrante scopriamo i cambiamenti attraverso i suoi occhi.
Di certo avrei voluto saperne di più, ma mi sono accontentata di
scoprire che ormai i robot ricoprono gran parte della forza lavoro, che
i dilemmi sulla biogenetica non sono stati del tutto risolti, che quel
famoso 10% di Jenna rimasto in vita adesso è legale, che c'è ancora chi
lotta per cambiare il sistema. Ma è tutto. Poco altro ci è dato sapere,
così come poco altro ci viene spiegato dei personaggi secondari che
potevano risultare ancora più accattivanti avendo una base ottima su
cui lavorare. Da Doc, un robot senza gambe che spera in qualcosa di
meglio che guidare un taxi per tutta la sua "durata", alla coraggiosa e
altruista Meisha.
Ma il punto è che per quante fughe, agguati e macchinazioni ci siano, L'Eredità di Jenna
è un viaggio. Anzi IL
VIAGGIO.
Quello di Locke, un adolescente che di normale non ha nulla se non il
passato e che si ritroverà a crescere senza la guida dei
genitori, senza le litigate con il fratello, senza le uscite con gli
amici, senza l'amore della ragazza che amava. E che in un anno
diventerà uomo.
Forse quando si guarderà allo specchio non si
riconoscerà subito, perchè chi l'ha "assemblato" ha voluto migliorarlo:
adesso è più alto, i suoi occhi hanno delle striature verdi, il suo
fisico è più muscoloso, ma
i ricordi, almeno quelli, sono solo suoi. E non sono
manipolabili. Perchè
probabilmente la nostra anima vale più dell'involucro che la contiene.
Perchè probabilmente non sono la carne e il sangue a renderci umani. E
se a un robot è concesso di sognare, perchè a noi no?
In un panorama di romanzi young adult dove la forza motrice è
sempre la storia d'amore L'Eredità
di Jenna
si spinge oltre offrendoci continui spunti su cui riflettere e ci parla
di amicizia, di solitudine, di vendetta, di giustizia... ma soprattutto
di quanto sia inviolabile il libero arbitrio e l'individualità delle
persone.
Nota: il titolo non è propriamente esatto in quanto con The Fox Inheritance s'intende l'eredità lasciata dal padre di Jenna, Matthew Fox, che con la scoperta del Bio-Gel ha aperto la strada all'immortalità.