Max di Sarah Cohen-Scali

A cura di Silvia  (09/2016)
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Max è un angelo ariano dal cuore di ghiaccio. Nato secondo il Programma Genetico Nazista Lebensborn, che prevedeva l'accoppiamento di esponenti delle SS con volontarie tedesche rigidamente selezionate, viene cresciuto in speciali strutture che hanno il solo scopo di trasformarlo in un vero e proprio esemplare da esibire: resistente come il cuoio e duro come l'acciaio Krupp.

Indottrinato ancor prima di venire al mondo, Max riconosce nella Germania e nel Fürer una madre e un padre, non ha amici, non sa cosa sia una carezza o un bacio, e aspetta fiducioso che il nazionalsocialismo spazzi via la feccia che contamina il Paese.
È sua la voce narrante, una voce spietata, crudele, totalmente indifferente al dolore e all'orrore; una voce in cui collimano, con disarmate disincanto, ingenuità e fanatismo. Una scelta incredibilmente coraggiosa quella dell'autrice. Solitamente i bambini nascono puri e innocenti, a privarli del loro lato buono sono la società e l'ambiente in cui crescono, invece qui succede esattamente il contrario. Max nasce già cattivo, come se il nazismo si potesse ereditare o diffondere al pari di un virus indebellabile. Però, quel mondo che doveva renderlo ancora più freddo e spietato, lo porta invece a provare qualcosa. Un qualcosa a cui non saprà inizialmente dare un nome e che somatizzerà attraverso terribili mal di pancia e notti insonni.

Va detto che Max (battezzato dalla Germania, Konrad), per buona parte del romanzo è una pedina nelle mani dei nazisti, ed è orgoglioso di esserlo. Ma soprattutto va detto che, nel bene e nel male, non lo odierete mai, nemmeno per un secondo. Quello che vede, quello che pensa, quello che fa... sono tutte cose inevitabili. Perché non è normale che un bambino giochi in cortile mentre i tedeschi fucilano i polacchi. Non è normale che una macchia di sangue abbia per lui lo stesso valore di uno schizzo di vernice. Non è normale che gli unici abbracci ricevuti siano quelle delle puttane delle SS. 

Tra l'altro, dal punto di vista storico, Sarah Cohen-Scali è stata impeccabile; cercate su Internet "programma Lebensborn" e non troverete tutte le informazioni e i dettagli che invece sono racchiusi tra queste pagine. Se durante la Guerra da una parte si sterminavano gli ebrei, dall'altra si cercava di ripopolare la Germania creando la perfetta razza ariana, e non solo attraverso squallidi accoppiamenti e calcoli genetici. I nazisti avevano un piano B, rapire i bambini polacchi. Bei bambini biondi con gli occhi azzurri. Li sottoponevano a dei test razziali, fisici, psicologici e chi li superava passava allo step successivo: la germanizzazione. Chi non soddisfaceva le aspettative veniva invece eliminato tramite l'iniezione di una soluzione letale.
Durante il Programma Lebensborn sono nati un numero imprecisato di orfani e oltre 50.000 bambini sono stati strappati alle loro famiglie.  E se è vero che la verità ci rende liberi, con questo libro Sarah Cohen-Scali ci ha fatto un immenso regalo.  "Max" è un romanzo di formazione straordinario: potente, duro, emozionante, commovente... e giuro, paradossalmente vi strapperà anche qualche amaro sorriso.  
Al momento è la migliore lettura del 2016 e non posso che cosigliarvela. Dovete assolutamente conoscere Max. Dovete scoprire cosa significa nascere con una svastica al posto del cuore.

"Sono il bambino del futuro. Concepito senza amore. Senza Dio. Senza Legge. Senza null'altro che la forza e la rabbia. Morderò, invece di poppare. Urlerò invece di vagire. Odierò, invece di amare. Heil Hitler!"


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Titolo originale

Max

Casa Editrice 
Ippocampo, 2016

Traduzione
Fabrizio Ascari

Genere
narrativa, romanzo di formazione

Prezzo €  15,90
Pagine  480