A cura di Silvia (10/2012)
Voto:
Credo che Rainbow Rowell con questo romanzo sia riuscita a descrivere alla perfezione la forza e la disperazione che solo il primo amore può far provare, quando tutto intorno a te si annulla in funzione di un sentimento che ti fa capire che la vita forse ha un significato... che forse non sei venuto al mondo invano, che quando tutto fa schifo esiste sempre qualcuno per cui vale la pena respirare.
Eleanor e Park sono due sedicenni completamente
diversi.
Eleanor è un groviglio di capelli rossi, lentiggini, chili di troppo e
sogni calpestati. Park è un ragazzo fondamentalmente normale ma il suo
dna, per metà coreano, lo fa sentire diverso dal prototipo del
tipico adolescente americano. La famiglia di lei è uno totale disastro,
quella di lui sembra uscita dalla pubblicità del Mulino Bianco. Eleanor
vive in un appartamento dove non c'è nemmeno un tavolo su cui mangiare
e condivide una camera che misura quanto un ripostiglio coi suoi tre
fratelli; la casa di Park ha le tende in tinta con il divano che a sua
volta ha lo stesso colore dei centrini sistemati sui mobili e lui dorme
su un letto provvisto di materasso ad acqua.
Si conoscono sull'autobus che li porta a scuola, sono gli anni
'80, quindi niente computer, cellulari, tablet e aggeggi vari, solo
chiacchiere, musica e giornaletti di ogni tipo. Eleanor è
tutto tranne che socievole: indossa vestiti che annullano la sua
femminilità, si lega i capelli con le cravatte, e per quanto voglia
essere invisibile è impossibile non notarla. Per Park cederle il posto
accanto al suo è un sacrificio di proporzioni immani, non immagina di
certo che di lì a breve quei momenti trascorsi sul pulmino saranno per
entrambi l'unica
ragione per cui alzarsi la mattina. A unirli gli auricolari del
mangianastri di Park in cui serpeggiano le note degli Smith, dei Joy
Division e degli Echo,
oltre ai fumetti di Watchman e degli X-Men che permettono loro di
essere - ameno finché leggono - dei supereroi. Sono Eleanor e
Park.
Eleanor la scontrosa, Park il romantico.
Eleanor che si vergogna, Park che desidera ogni centimetro della sua
pelle.
Eleanor che si odia, Park che la ama.
Sono la Donna Invisibile
e Mister Fantastic. Sono la metafora
dell'accettazione. Sono gli opposti che si attraggono.
In brevi capitoli che alternano i punti di vista dei due protagonisti si snoda una favola d'amore delicata e struggente fatta di conflittuali silenzi che poco alla volta si stemperano, di mani che si sfiorano per poi stringersi come se ogni volta dovesse essere l'ultima, di baci nei vicoli bui dietro casa e carezze rubate sul sedile posteriore di una macchina.
Ma mentre il rapporto tra Eleanor e Park si fa sempre più saldo, ecco prendere forma l'angosciante sensazione che da un momento all'altro tutto andrà a rotoli, che qualcuno voglia dividerli per sempre, che l'amore forse non potrà salvarli...
Il finale è abbastanza "strategico", di quelli capaci di commuoverti, ma anche di straziarti e confortanti allo stesso tempo, perché in fondo Per Una Volta nella Vita è un romanzo incentrato sui sentimenti, sul mondo imperfetto di Eleanor e Park che diventa magicamente perfetto quando sono insieme. Tutto il resto non c'è. Tutto il resto succede, ma a volte senza un "come" e un "perché", pertanto se volete apprezzare a dovere questa storia c'è un'unica indicazione: leggetela con il cuore a tutto volume.