Prodigy di Marie Lu

A cura di Silvia  (03/2014)
Voto: 


Marie Lu è una di quelle autrici capace di fregarmi. Ho letto Legend con un certo distacco e poi mi sono ritrovata a divorare le ultime cento pagine come se da quelle dipendesse la mia vita, e lo stesso è successo con Prodigy. Non nego di averlo iniziato con grande piacere, soprattutto perché la Piemme ci ha fatto il "regalo" di pubblicarlo a pochi mesi di distanza dal precedente, ma il mio approccio è stato del tutto normale; nessuna crisi da fangirl in visibilio, non mi sono strappata le vesti e non mi sono scompigliata i capelli... una lettura piacevole, con dei pregi, ma anche con dei difetti, e poi all'improvviso ci sono ricascata di nuovo, perché appena ho sfogliato l'ultima pagina avrei solo voluto avere Champion tra le mani! Com'è sto fatto??? Mica la Lu intinge il pennino in una miscela di inchiostro e sostanze stupefacenti??? 

Va be', delirio a parte, non voglio fare spoiler di nessun tipo quindi andrò ad evidenziare i punti forti e deboli del romanzo.

Allora... mi è piaciuto che i due protagonisti, June e Day, fossero così agli antipodi, perché anche se in questo libro sposeranno la medesima causa il carico di perdite che si portano addosso è tale da non riuscire a guardare avanti senza pensare a cosa si stanno lasciando indietro. "Prima" June aveva tutto. Era uno dei soldati più promettenti della Repubblica, aveva solide e inconfutabili certezze riguardanti il suo Paese, viveva in un comodo appartamento, aveva un fratello che l'amava sopra ogni cosa e un cane che scodinzolava al suo ritorno a casa. Al contrario Day non aveva niente di materiale, e per il bene della sua famiglia, stremata e ridotta alla fame, si era trasformato nel ladro più ricercato della Repubblica. Scaltro, veloce, agile, intelligente... insomma una vera leggenda. Ma adesso le carte si sono ribaltate per entrambi, adesso è il momento di portare alla luce le falle del sistema e di soverchiarlo nel nome di un futuro giusto e carico di aspettative per tutti, ma ovviamente capire da che parte siano il bene e il male non sarà sempre facile...

Tralasciando però l'impatto più superficiale e immediato che hanno i due protagonisti, purtroppo non mi è piaciuta June. Non quanto Day almeno. Lei è una ragazza troppo quadrata, anzi, troppo inquadrata. Dice quello che deve e mai quello che vuole, razionalizza ogni situazione e comportamento, e raramente abbassa la guardia. Il suo rigido autocontrollo è una barriera oltre la quale a volte non ho avuto nemmeno  voglia di guardare. Day invece è il suo opposto, ma vicino a lei perde un po' di quella luce che quand'è solo lo fa brillare. Lui è quello che dice un ti amo forse troppo affrettato ma sicuramente sentito, lei quella che lo guarda stupita e gli risponde "non è vero" (ma che ne sa?). Lui è quello che smonta delle graffette e le intreccia per farne un anello e regalarglielo, lei quella che smorza il suo entusiasmo facendolo sentire uno stupido. Lui è quello istintivo, passionale, di cuore, di pancia, che quando entra in una stanza e vede un volto familiare corre ad abbracciarlo. Lei, nella medesima situazione, prima di lasciarsi andare a qualsiasi esternazione affettiva, memorizzerebbe l'ambiente, individuerebbe le vie di fuga, calcolerebbe i metri quadrati (ma a che le serviranno poi?).

Insomma se da una parte le loro diversità funzionano, perché il gioco degli opposti che si attraggono piace - o almeno a me piace - dall'altra qualcosa non va. June e Day sono funzionali alla storia, una storia in cui intrighi politici e guerre di potere sono i detonatori degli eventi, ma come coppia non sono complementari al 100%. Non come avrei sperato. Perché? Posso solo dare la colpa allo stile dell'autrice. Marie Lu è fredda come June. Per quanto riesca a creare intrecci interessanti le sue parole a volte mancano di carisma, carisma che per forza di cose non si riflette sui suoi personaggi. Tanto per fare un esempio pratico, quando amo un romanzo lo riempo di post-it, uno per ogni pagina che contiene un passaggio particolarmente toccante, una battuta memorabile, una scena che mi ha strappato un sorriso... ma qui non ne ho messo nemmeno uno. L'unica frase che avrei "sottolineato" è quella finale, ma non vale... ecco perché mi sento fregata dalla Lu. Perché nonostante la mia sequela di critiche sono bastate poche parole per sbriciolare tutte le mie certezze e farmi capitolare come una povera fessa. Una fessa felice di esserlo tra l'altro. Doppiamente fessa quindi! E adesso, fregandomene bellamente di pregi e difetti, di cosa funziona e di cosa potrebbe funzionare meglio, penso solo a una cosa. Datemi Champion.

Trilogia
1. Legend - Legend
2. Prodigy - Prodigy
3. Champion - Champion

Curiosità: Il film Legend è in pre produzione e sarà diretto da Jonathan Levine (Warm Bodies).


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Titolo originale
prodigy

Casa Editrice 
Piemme, 03/2014

Traduzione
G. Salvi

Genere
young adult, distopico

Pagine 300
Prezzo € 16,50