A cura di Silvia (09/2018)
Voto:
Questa è la storia di Marie Claire Wazhashnoos, detta Il
Ratto, e di suo fratello Robert, per gli amici Bob. Vivono a Winnipeg,
una cittadina circondata dalle infinite praterie canadesi, finché un
giorno non trovano il loro Vecchio "morto
come un topo sullo zerbino" e decidono di seppellirlo in
giardino per non finire in orfanotrofio.
Bob è sinceramente sconvolto, per il Ratto invece niente di nuovo, lei
lo sapeva che sarebbe successo, così come sapeva che la sua amica
Felicia sarebbe stata uccisa da un pedofilo e che un fulmine avrebbe
centrato in pieno quell'antipatica di Taija facendola balbettare per un
mese.
Come avrete capito Marie
Claire è una bambina capace davvero di lasciare senza parole.
Ha uno spiccato senso per il melodramma (da grande farà l'attrice!),
adora il cappuccino (che
beve solo nel quartiere francese perché fa più chic), e
conosce più leggende sui nativi dei nativi stessi. Non ha mai versato
una lacrima, non sa cosa sia la tristezza e vive ogni istante come se
fosse l'ultimo.
È pazza, pensa Bob, non può finire in un istituto, lì cercherebbero di
farla tornare normale e comunque non ci riuscirebbero; il
Ratto poi ha bisogno di spazio per dare di matto, quindi c'è una sola
cosa da fare, prendere armi e bagagli e andare nella Grande Mela per
cercare un certo Jerome DeBillier che a quanto pare è un loro zio e di
professione fa lo spacciatore.
La loro avventura inizia a bordo di un treno merci tra le mille paranoie di Bob - convinto che finiranno per essere ammazzati ancor prima di mettere piede in suolo newyorkese - e il folle entusiasmo del Ratto - convinta che ad attenderla ci saranno solo cose stra-mega-biiip (lei non dice mai parolacce, preferisce bippare tutto!) - e in fondo sarà proprio così. A bordo delle loro BMX sfrecceranno tra il Bronx e Manhattan, dormiranno sotto cieli pieni di stelle, in vecchie roulotte e in attici da capogiro, incontreranno truffatori dal cuore d'oro, star della musica, gente pronta ad aiutarli e altri... be', altri un po' meno.
Sganciando la
Luna dal Cielo è un
romanzo tragicomico pieno di situazioni al limite del reale,
ma è soprattutto un libro capace di riempirti il cuore di tenerezza, di
farti ridere a crepapelle e di commuoverti fino alle lacrime.
Ringrazio il giorno in cui, al mercatino dell'usato, mi è caduto
l'occhio sulla bellissima copertina, poi il titolo ha fatto il resto.
Non ho letto nemmeno la trama, ho portato il libro alla cassa senza
pensarci due volte, perché anche se razionalmente controllo sempre
goodreads o anobii per avere un'idea del feedback, in modo del tutto
irrazionale so anche che gli acquisti fatti alla cieca possono
rivelarsi i migliori. E alla fine è stato così. Tre euro per un piccolo
preziosissimo tesoro.
Gregory Hughes, un passato allo sbando tra istituti di
correzioni e riformatori, è stato salvato da un professore che l'ha
avvicinato alla letteratura per poi incoraggiarne il talento e in
questo libro d'esordio c'è anche un pezzetto del suo passato, di cose viste e persone incontrate.
Non è una semplice storia fatta di eventi che collegano un inizio a una
fine, ma un vero e proprio inno alla vita che ti accompagna anche a
lettura terminata, un romanzo che parla di seconde possibilità,
solitudine, emarginazione e lo fa attraverso una serie di personaggi
che non vengono mai relegati all'interno di ruoli stereotipati. Un
padre che affoga il dolore nell'alcol non picchia necessariamente i
suoi figli, un ladro può anche essere un perfetto gentiluomo e dietro a
una facciata di assoluto perbenismo capita che si celi il più grande
dei mali.
E poi,
ovviamente, si parla
d'amore. Di amori immensi che non smetteranno mai di
esistere. Per la vita, per le persone, per la musica di Frank Sinatra e
ovviamente per il cappuccino ♥
Curiosità: nel 2011 Sganciando la Luna dal Cielo è
stato tra i finalisti della Carnegie
Medal ma fu battuto da Patrick Ness che vinse con Monsters of Men (La
Guerra).