A cura di Silvia
(06/2014)
Voto:
Scivolare dentro a questa la storia è stato fin troppo
facile, indossare i panni di Reena ancora di più. Sono bastate poche
righe per riportarmi alla mente che avere sedici anni significa perdere
di
vista un sacco di cose: il buonsenso, la razionalità, l'amor proprio.
C'è un momento nella vita in cui ascolti solo i battiti del tuo cuore.
Puoi essere la persona più coscienziosa del mondo, ma se lui ti chiede
di fare una follia tu la fai. Puoi essere la persona più sincera del
mondo, ma se lui
ti chiede di dire una bugia tu la dici. Anzi non c'è
nemmeno bisogno che lui ti chieda niente,
perché tu lo anticipi sul tempo.
Quando Reena inizia a uscire con Sawyer, il ragazzo che ama da tutta la
vita, non le sembra nemmeno vero. Lui suona musica rock, ha uno stuolo
di ragazzine che gli muoiono dietro, bazzica feste fino all'alba,
mentre lei è solo una studentessa modello con la testa sulle spalle. La
Regina di Ghiaccio
come dicono in molti. Una noia mortale come si vede
lei.
Eppure quello che c'è
alla base della loro relazione ha radici che
affondano nell'irrazionalità dell'amore e nella chimica dei sentimenti.
Reena e Sawyer sono cresciuti insieme, hanno camminato
sugli stessi
binari anche se su rotaie diverse, finché le loro vite non si sono
incrociate fino a entrare in collisione.
Ed è questo che ricorderò ripensando al romanzo d'esordio della
Cotugno. Ai colori netti del primo amore che non ammette sfumature,
all'imponderabilità della vita, al mondo che continua ad andare avanti
quando tutto intorno a te sembra essersi fermato.
Lo Sbaglio Più Bello
della Mia Vita è un libro diverso dai soliti
romance new adult che si rincorrono spintonandosi sugli scaffali delle
librerie pur di guadagnarsi il posto d'onore in prima fila. È un
titolo più discreto che non disturberà i sonni delle lettrici a caccia
del protagonista maschile bello e dannato. Non che Sawyer
non sia bello e
dannato, ma il suo percorso per certi versi è a sé stante da quello di
Reena e l'autrice lo lascia spesso e volutamente in secondo piano. Non
so se in futuro ci regalerà la storia dal suo punto di vista, ma in
questo caso la sola protagonista è Reena, una sedicenne che
sogna di girare il mondo, di
scrivere diari di viaggio e che senza rendersene conto ci racconta il
viaggio più
incredibile della sua vita:
quello che l'ha resa madre e donna.
In un'alterarsi di prima
e dopo
assistiamo alla nascita e alla fine di
un amore, a come l'amicizia e la famiglia s'incastrino spesso
faticosamente in queste complicate dinamiche, e poi alla ricostruzione,
mattone dopo mattone, di quel
sentimento che non è mai stato seppellito. Sembra di leggere due storie
diverse, sembra di avere di fronte due personaggi diversi, ma sono
sempre loro, solo a tre anni di distanza, cambiati dal tempo, dai
chilometri che li hanno separati, dai pannolini, dai biberon e dalle
responsabilità. Sono
naufragati negli errori dell'adolescenza, ma poi quegli
errori hanno riempito di sfumature il loro cammino.
Che dire... era da un pezzo che non terminavo un libro in meno di ventiquattr'ore e alla fine a colpirmi e affondarmi è stato un romanzo che non ricorre a frasi ad effetto, non calca la mano per emozionare e non fa uso di fronzoli e orbelli narrativi per stupire. A volte la forza trascinante di una storia genuina non ha davvero pari.