A cura di Silvia
(02/2014)
Voto:
Devo ringraziare la Proctor che mi è venuta in salvo quando il romance
storico sembrava non essere più nelle mie corde. Che fosse brava
l'avevo scoperto anni fa grazie a Una
Notte nell'Eden, romanzo rimandato a oltranza a causa
dell'oscena copertina, e questa volta con Luna di Settembre
mi ha lanciato un vero e proprio salvagente. Devo poi ammettere che è
stata doppiamente brava perché mi ha fatto apprezzare una storia con
uno schema che non rientra nemmeno tra i miei preferiti visto che non
amo molto l'intreccio padrone, governante e figli di lui al seguito. Ma
è evidente che se un libro è scritto bene la trama è davvero
ininfluente.
Così ho abbandonato gli affettati salotti inglesi e mi sono catapultata
in quella terra vasta e selvaggia che è l'Australia, un luogo
evidentemente caro all'autrice, che attraverso gli occhi dei suoi
personaggi si perde più volte a rimirare, smarrendosi nella sua
spietata e brutale grandiosità.
Patrick O'Really ama ogni granello di quell'arido suolo, ma
con tre figli da crescere e senza una moglie a farlo si trova costretto
ad affidarne il compito a una serie di governanti che finora se la sono
sempre data a gambe nel giro di pochi mesi.
È ora il turno di
Amanda Devenport, una giovane inglese caduta in rovina, che ha un solo
obiettivo: guadagnare abbastanza per potersi comprare un biglietto di
sola andata per l'Inghilterra e far così ritorno nella sua amata terra,
dove la gente è colta, civile, beneducata e rispettabile.
Amanda non è che faccia subito simpatia. E nemmeno dopo... ci vuole
davvero tempo prima che abbandoni quell'aria ostentatamente virtuosa
che tanto la fa somigliare a una frigida bacchettona. E ci vorrà del
tempo prima che conquisti anche i figli di O'Really che inizialmente
faranno di tutto per dissuaderla dal restare, ma Amanda da brava
inglese quale è, saprà controllarsi parecchio e non darà troppi
segni di cedimento... se non in presenza di Patrick. Lui ribalta ogni
sua certezza, fa riaffiorare quell'indole tanto duramente repressa, ma
ai suoi modi ben poco raffinati e al linguaggio
sconveniente che lo contraddistingue risponderà sempre con glaciale
compostezza, mantenendo la testa alta e la schiena rigida.
Non ho particolarmente amato questo ferreo autocontrollo, peraltro
perfettamente giustificato dal suo background, ma a volte
mi è sembrata addirittura insopportabilmente ottusa nel credersi sempre
nel giusto quando era palesemente ovvio che fosse lei quella sbagliata
in
quel determinato contesto. E Patrick capisce anche cosa sia a
bloccarla.
È perché la vita qui è troppo sincera, troppo elementare. Spazza via tutte quelle educate falsità con le quali siete sempre vissuta. Qui vi ritrovate faccia a faccia con la dura realtà e non sapete come affrontarla.
Eh sì. Patrick l'ha compresa fin troppo bene...
Io sono un dannato australiano. Ed è proprio quello che vi piace in me. Perché infrango tutte le regole al posto vostro.
E diciamocelo. Solo una stolta non avrebbe infranto qualche regola con lui
Putroppo però diversi elementi mi hanno ricordato Una Notte nell'Eden che comunque reputo un romanzo migliore, più teso e drammatico, mentre Luna di Settembre è fondamentalmente molto semplice, incentrato principalmente sul cambiamento di Amanda che poco alla volta impara ad amare i figli indisciplinati e ingovernabili di un uomo apparentemente rozzo e immorale che invece saprà capirla meglio di chiunque altro, a tal punto da riconsegnare alla vita la donna che era, quella che aveva perso a diciasette anni, quella che cercava di nascondere sotto abiti accollati e capelli troppo tirati.
Ovviamente Amanda s'innamorerà di Patrick e poco alla volta
anche dell'Australia,
così concretamente priva di illusioni, ma talmente impetuosa e forte da
stravolgerle i sensi e abbattere ogni certezza: un luogo in cui si può
vivere solo se si è consapevoli di se stessi e la Proctor
sotto
questo immenso cielo blu e sopra una calda e inospitale terra ha voluto
raccontare l'amore in tutte le sue forme, attraverso una di quelle
storie che non fa mai male leggere.