Raffreddore, mal di gola, muscoli doloranti e nonostante una
serie di acciacchi degni di una novantenne sono andata a lavorare
sempre e comunque, perché è un periodo del mese che fa schifo, perché
se mi metto in malattia ho i sensi di colpa che mi annientano più dei
bacilli, e perché qualcuno la pagnotta a casa la deve pur portare! (autocommiserazione mode on!)
Capirete che in questo stato di salute è davvero difficile leggere, ma
qualcosa per ammazzare i quaranta minuti di corriera mi serviva
assolutamente. Ho optato quindi per un romance e un po' a occhi chiusi
ho tirato fuori dalla libreria Mentre
Fuori Nevica, e che dire... mi è andata abbastanza bene!
Però devo essere sincera, mi mancano un po' i romance vecchio stampo,
quelli pieni di disgrazie e tormento (vedi Un Incontro Perfetto
o Paradise della
McNaught), quelli in cui anche se sai che tutto finirà bene non hai la
più pallida idea di come possa essere possibile! Il difetto di Mentre Fuori Nevica
è tutto qui: dopo dieci
pagine la storia è un film già visto. Fortuna vuole che
sia un romanzo scritto bene,
pregno di quella pungente ironia che non fa mai male, ma
se lo stile si mantiene su livelli decisamente buoni, la costruzione
della storia è quanto di più lineare possa esistere. Attenzione, non è
un difetto della Morgan, è
un difetto di moltissime autrici di romance contemporanei
per quello che mi riguarda.
Ma veniamo alla trama.
Kayla Green è tanto abile nel suo lavoro di PR, quanto maldestra nelle
relazioni personali da cui si tiene debitamente alla larga. È
raffinata in modo implacabile, grintosa e sfrontata, ama il suo
computer, si crogiola in una monotona e rassicurante quotidianità che
la protegge dalle insidie del mondo e - ciliegina sulla torta - odia il Natale sopra ogni cosa.
Non sopporta le vetrine luccicanti, le lucine intermittenti e tutto
quell'amore che sembra travolgere ogni singola famiglia. L'unico
programma che ha per le feste è evitarle, resettarle, farci una bella e
gigantesca X sopra. Quale modo migliore se non trascorrerle lavorando?
Così, quando Jackson O'Neil la invita nel Vermont, dove gestisce un
resort di famiglia che sta colando a picco, accetta senza pensarci due
volte. Lavoro, lavoro, lavoro. Non si immagina certo di trovarsi
circondata da persone con
il diabolico dono di risucchiare la professionalità e vomitarla sotto
forma di babbi natale e pan di zenzero... E soprattutto
non ha fatto i conti con gli occhi azzurri di Jackson, capaci di farle
dimenticare che la prima cosa da fare la mattina dovrebbe essere
controllare le email, non avere pensieri illeciti su un suo potenziale
cliente...
Devo aggiungere altro? Montagne innevate, cascate ghiacciate, bungalow
di vetro con viste mozzafiato e romantiche gite in slitta. Insomma il
quadro è completo. La storia anche. Il finale non ne parliamo.
Diciamo che avrei preferito un po' più di tensione emotiva, qualche
ostacolo attuo a frenare una relazione che sembra perfetta ancor prima
di consolidarsi, infatti scorre tutto liscio come l'olio. Sì, ci sono i
dilemmi di Kayla, c'è il suo passato che non smette di ferirla, ma nel
giro di una settimana tutto cambia radicalmente. E qui urge un altro
piccolo appunto: io amo
i romanzi che durano di più (be', non solo i
romanzi...) mi piacciono le storie che coprono un lasso
temporale ampio, mentre qui, in quattro e quattr'otto, la nostra
protagonista scopre l'amore di un uomo fantastico (definire Jackson
"perfetto" è quasi riduttivo), l'affetto di una famiglia che non le
deve niente eppure la tratta come una di loro, e il magico potere del
Natale riesce a sciogliere il suo gelido cuore.
Probabilmente avrei dovuto leggerlo per le feste, quando ero in
modalità elfo l'avrei apprezzato sicuramente al meglio, adesso che sto
rientrando nei panni del Grinch tutto ha filato benissimo fino a metà
romanzo, poi quando le cose si sono fatte troppo smielate un paio di
punture di insulina me le sono dovuta fare, sapete... ci tengo che il
mio pancreas non venga spappolato da un eccesso di glucosio
Comunque, scherzi a parte, la Morgan potrebbe essere una buona autrice salvagente
anche in futuro, d'altronde ho finito il libro in tre giorni e per una
lettrice con le cascate del Niagara nei condotti lacrimali non è cosa
da poco.
Sarah... ti tengo d'occhio!