A cura di Silvia (07/2013)
Voto:
Cambridge. La culla della cultura inglese. Un luogo dove il
tempo sembra essersi incastrato tra le guglie maestose degli edifici
gotici che svettano verso il ciel, e sotto i ponti che scavalcano i
fiumi ghiacciati. Un luogo ambito e ambizioso, dove tra paesaggi da
cartolina sorgono le Università più facoltose d'Europa. Ma Cambridge
questa volta è il teatro del male, un posto in
cui non sei sicuro se resti, e non sei sicuro se te ne vai....
Il Male è entrato nella vita di facoltosi e ingegnosi studenti, nelle
loro camere, nelle biblioteca, nella mesa, e adesso li spia,
segue le loro mosse e poi... colpisce.
La storia inizia con la scoperta del terzo cadavere, una ragazza che
porta sul corpo i segni della violenza e del dolore. A dissanguarla e
sventrarla una mano disumana guidata da istinti brutali e crudeli e
accanto al corpo, Olivia, una studentessa dell'Ariel College, ricoperta
di sangue e in stato catatonico.
Olivia è l'unica testimone, l'unica
che potrebbe aver visto qualcosa, ma non riesce più a ristabilire un
contatto con il mondo, finché non iniziano le sedute con lo psicologo e
uno squarcio nella sua anima inizia ad aprirsi....
A questo punto la storia prende due direzioni, una rivolta al presente
e l'altra al passato di tre anni prima, quando ancora gli omicidi non
erano iniziati. Una
ricostruzione in terza persona che si intervalla in
modo intelligente, dando movimento a un romanzo che inizialmente
sembrava quasi confuso e sconclusionato. Sinceramente dopo
30 pagine
non riuscivo a capire se l'autrice stesse omettendo dei particolari
fondamentali volutamente o per semplice distrazione, e anche i salti
temporali mi disorientavano, perché caratterizzati da un semplice
cambio
del carattere di stampa, ma nessuna data e nessun indizio facevano
intendere a cosa (e quando) ci si stava riferendo. Il romanzo
al principio sembra quasi sfocato, personalmente non riuscivo a
giostrarmi bene nemmeno tra i vari nomi che venivano buttati lì come se
avessi dovuto conoscere queste persone che per me erano figure
indistinte, privi di colori e personalità, poi dopo 70/80 pagine tutto
ha finalmente acquistato un senso.
I personaggi sono emersi attraverso i loro comportamenti e le loro
azioni, e l'intera trama ha iniziato a ingarbugliarsi e a farsi così
interessante da impedirmi di appoggiare il libro. La verità è che avevo
proprio bisogno di un libro così!
Psicologico, contorto, cattivo, crudele. Mi serviva
suspense e adrenalina e anche se tutto è abbastanza prevedibile -
epilogo compreso - la storia non ne risente e avvince. Il viaggio di
Olivia verso la verità è fatto di luci e ombre, ma la chiave per
arrivare alla soluzione del caso è nelle sue mani, nella sua mente, tra
i ricordi dei momenti vissuti con Nick, il suo ragazzo, tra lo
scintillio delle feste di fine anno, tra le confidenze fatte alle
amiche di corso e le gelosie che aleggiavano minacciose su degli
adolescenti intenzionati a divertirsi ma timorosi anche di andare in
bagno da soli. Tre anni da ricostruire attraverso gli occhi di una
giovane studentessa che forse ha visto troppo...
Ruth Newman ha firmato un libro d'esordio di tutto rispetto e anche se spesso si avrà la sensazione che l'autrice ci stia guidando per mano verso il finale che già ci aspettiamo non importa, ci piace quello che stiamo leggendo, ci piace la storia che ci sta raccontando, ci piace e basta. Forse in un thriller non è solo l'effetto sorpresa l'elemento importante, come dice Carrisi non conta il chi, ma il perchè e aggiungerei che spesso sono i particolari a fare la differenza. "Ho gli occhi di mio padre" detta così questa frase non significa niente. Leggete il libro e poi ne riparliamo...