Il Postino Suona Sempre Due Volte
di James M. Cain

A cura di Silvia  (10/2015)

Voto: 


È tradizione Irlandese che il postino, per farsi riconoscere, suoni il campanello due volte. Non una. Non tre. Ma solo e sempre due.
Da questa usanza Cain prese ispirazione, negli anni Trenta, per il titolo del suo libro d'esordio basandosi tra l'altro su un fatto di cronaca letto in un quotidiano. Si parlava di due amanti che avevano deciso di eliminare il marito di lei, e fin qui niente di nuovo, ma quello che veramente colpisce leggendo la storia di Frank e Cora è che a farli agire è puro istinto, un bisogno quasi disperato e primordiale di afferrare il sogno americano e dare un colpo di spugna alla loro squallida esistenza.
Lui è un vagabondo nullafacente dedito al gioco d'azzardo, lei, giovane e bella, costretta a portare avanti un localino da quattro soldi dietro a un bancone e tra i fornelli, non ne può più dell'odore di fritto e delle macchie d'unto.
Pochi gli sguardi, ancor meno le parole che si scambiano, eppure cadono vittime di una passione irrefrenabile, quasi smaniosa. Dicono di amarsi, ma le parole non sono lo specchio reale dei loro sentimenti, c'è qualcos'altro che spinge uno tra le braccia dell'altra, qualcosa che l'autore stesso preferisce tacere.
Nonostante le descrizioni siano scarne, quasi ridotte all'osso, il testo di Cain riflette la depressione sociale ed economica che stava affliggendo l'America di quegli anni e Frank e Cora sono le pedine che muovono gli ingranaggi di un noir che si propone di mettere in scena amoralità e giustizia.
La mancata introspezione psicologica dei personaggi e il rigore della sintesi propria dell'autore rendono il tutto veloce e incalzante, ma in un certo qual modo povero di contenuti. Allo stesso tempo però le azioni di Frank e Cora ci raccontano molto di loro.
È lei a insinuare nell'amante il desiderio di eliminare il consorte, senza però dirlo mai apertamente, perché non è disposta ad accollarsi il peso della colpa. Ed è Frank il primo a dare evidenti segni di cedimento quando l'accusa come unica responsabile, vanificando ogni promessa d'amore eterno e di fiducia incondizionata.
Innumerevoli i ripensamenti dei due personaggi. Infinite le loro contraddizioni. Frank e Cora sono la metafora del tutto e del niente, si sentono grandi quando non sono nessuno, ma soprattutto sono deboli, vigliacchi e vuoti.
A colpire maggiormente è la seconda parte del romanzo, vedere come Cain tiri i fili del destino, beffandosi dei suoi personaggi nel peggior modo possibile, illudendoli prima e colpendoli poi. L'autore gioca con le cause e gli effetti, non c'è gesto, parola e addirittura pensiero che non si rifletta nel tempo in quanto nulla finisce, ma continua e muta creando una catena di interdipendenze destinata a non spezzarsi mai. È il karma. E non gli si può sfuggire.
La ripetitività di una stessa situazione ne genererà di completamente diverse tra loro, e qui si ritorna al titolo. Il postino suona sempre due volte, perché se il primo squillo di campanello può venire ignorato, il secondo non lascia scampo.
Un romanzo che va letto contestualizzandolo al periodo in cui è stato scritto, ma se il cinema ne ha tratto sei film qualcosa di straordinario tra queste pagine deve pur nascondersi. Io l'ho trovato, e voi?


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Titolo originale

the postman always rings two twice

Casa Editrice 
Gli Adelphi, 1999

Traduzione
Franco Salvatorelli

Genere
noir

Pagine 122
Prezzo € 9,50