A cura di Silvia (10/2015)
Voto:
È tradizione Irlandese che il postino, per farsi riconoscere, suoni il
campanello due volte. Non una. Non tre. Ma solo e sempre due.
Da questa usanza Cain prese ispirazione, negli anni Trenta, per il
titolo del suo libro d'esordio basandosi tra l'altro su un fatto di
cronaca letto in un quotidiano. Si parlava di due amanti che avevano
deciso di eliminare il marito di lei, e fin qui niente di nuovo, ma
quello che veramente colpisce leggendo la storia di Frank e Cora è che
a farli agire è puro istinto, un
bisogno quasi disperato e primordiale
di afferrare il sogno americano e dare un colpo di spugna alla loro
squallida esistenza.
Lui è un vagabondo nullafacente dedito al gioco d'azzardo, lei, giovane
e bella, costretta a portare avanti un localino da quattro soldi dietro
a un bancone e tra i fornelli, non ne può più dell'odore di fritto e
delle macchie d'unto.
Pochi gli sguardi, ancor meno le parole che si scambiano, eppure cadono
vittime di una passione irrefrenabile, quasi smaniosa. Dicono di
amarsi, ma le parole non sono lo specchio reale dei loro sentimenti,
c'è qualcos'altro che spinge uno tra le braccia dell'altra, qualcosa
che l'autore stesso preferisce tacere.
Nonostante le descrizioni siano scarne, quasi ridotte all'osso, il
testo di Cain riflette la depressione sociale ed economica che stava
affliggendo l'America di quegli anni e Frank e Cora sono le pedine che
muovono gli ingranaggi di un noir che si propone di mettere in scena
amoralità e giustizia.
La mancata introspezione
psicologica dei personaggi e il rigore della
sintesi propria dell'autore rendono il tutto veloce e
incalzante, ma in
un certo qual modo povero di contenuti. Allo stesso tempo però le
azioni di Frank e Cora ci raccontano molto di loro.
È lei a insinuare nell'amante il desiderio di eliminare il consorte,
senza però dirlo mai apertamente, perché non è disposta ad accollarsi
il peso della colpa. Ed è Frank il primo a dare evidenti segni di
cedimento quando l'accusa come unica responsabile, vanificando ogni
promessa d'amore eterno e di fiducia incondizionata.
Innumerevoli i ripensamenti dei due personaggi. Infinite le loro
contraddizioni. Frank e Cora sono la metafora del tutto e del niente,
si sentono grandi quando non sono nessuno, ma soprattutto sono deboli,
vigliacchi e vuoti.
A colpire maggiormente è la seconda parte del romanzo, vedere come Cain
tiri i fili del destino, beffandosi dei suoi personaggi nel peggior
modo possibile, illudendoli prima e colpendoli poi. L'autore gioca con
le cause e gli effetti, non
c'è gesto, parola e addirittura pensiero
che non si rifletta nel tempo in quanto nulla finisce, ma continua e
muta creando una catena di interdipendenze destinata a non spezzarsi
mai. È il karma. E non gli si può sfuggire.
La ripetitività di una stessa situazione ne genererà di completamente
diverse tra loro, e qui si ritorna al titolo. Il postino suona sempre
due volte, perché se il primo squillo di campanello può
venire
ignorato, il secondo non lascia scampo.
Un romanzo che va letto contestualizzandolo al periodo in cui è stato
scritto, ma se il cinema ne ha tratto sei film qualcosa di
straordinario tra queste pagine deve pur nascondersi. Io l'ho trovato,
e voi?
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