La Ragazza del Treno di Paula Hawkins

A cura di Silvia  (07/2015)
Voto: 

Rachel non ha una vita, è una donna incapace di guardare avanti senza voltarsi continuamente indietro, non sa reagire alle difficoltà, non riesce ad accettare quello che il destino le ha riservato, e allora beve. Beve la mattina, il pomeriggio, la sera, di notte. Beve durante il tragitto che la porta verso quel lavoro che ormai ha perso e intanto, dal finestrino del treno, osserva il mondo che va avanti senza di lei. In particolare le piace soffermarsi su una coppia che spesso scorge in giardino. Sono un uomo e una donna e hanno tutto quello che a lei è stato tolto: complicità, amore, rispetto, una casa, un futuro sicuro.
Poi un giorno in quel giardino scorge qualcosa che manda in pezzi la sua unica certezza e a quel punto il lettore entra anche nella vita di Megan, la donna che Rachel aveva idealizzato, una donna con segreti, manie e fragilità.

"avere il controllo su qualcuno è la cosa che mi piace di più. E' la mia droga."


Quasi a metà romanzo si aggiunge una terza voce narrante, quella di Anna, la nuova moglie di Tom, l'ex marito di Rachel. Sono voci che spesso però si sovrappongono, voci monocorde, senza particolari sfumature. Sono le voci di donne deluse, esasperate, annoiate, bugiarde. Donne che alla fine sono una la fotocopia dell'altra, tutte vittime di loro stesse, costantemente in bilico su un filo che oscilla sui grandi punti interrogativi delle loro esistenze.
Per quanto l'idea, spudoratamente copiata da La Finestra sul Cortile di Hitchcock, potesse svilupparsi in modo originale dando vita a un thriller sulle nevrosi femminili, il treno della Hawkins procede lento e costante, senza sobbalzi, senza accelerare nemmeno una volta... peccato che io confidassi almeno in un piccolo deragliamento e che le fermate portassero nomi come suspense, ansia, inquietudine, vertigini.
Invece l'autrice va avanti per la sua strada, tenta di sconvolgere il lettore parlando di abusi emotivi, devastazione del corpo e dell'anima, ambiguità, ma non dissemina indizi, non disfa un puzzle per poi ricomporlo in extremis. Ovviamente c'è una ricostruzione finale, ma non ha le basi solide che deve avere un buon giallo, succede tutto di colpo, in un susseguirsi di scene veloci che sicuramente hanno lo scopo di sembrare adrenaliniche: i personaggi si tolgono le maschere e il marcio viene a galla. Fine della storia.
Ma non basta.
Al contrario se le personalità di Rachel, Megan e Anna fossero state sondate con più coraggio, il libro avrebbe potuto riscattarsi rivelandosi un noir, ma l'autrice non risulta convincente. Le sue protagoniste saranno anche descritte come donne problematiche e dai molteplici lati oscuri, ma è la sua penna ad avere poche ombre e a non essere sufficientemente appuntita. Ha uno stile la Hawkins che si confonde nella massa.
Non so come Stephen King abbia potuto perdere ore di sonno tra queste pagine, perché La Ragazza del Treno a un certo punto è addirittura soporifero, ed è una cosa assurda visto che il romanzo ha solo trecento pagine. Ma tant'è. Prevedibili e cicliche le fermate di questo treno. Pusillanime il capolinea.

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Titolo originale

The Girl on the Train

Casa Editrice 
Piemme, 2015

Genere
thriller

Pagine 306

Prezzo € 19,50