A cura di Silvia (01/2014)
Voto:
Era il 2004 quando
sfogliata l'ultima pagina di Verità Sospette lo riponevo in
libreria
per poi mettermi subito a cercare informazioni su un eventuale seguito.
La
Sperling lo dava in uscita per il 2006, aveva già acquistato i diritti
di Prior Bad Acts,
e a me non restava che aspettare e portare
pazienza... che ci voleva?
Pazienza è il mio secondo nome...
Ma
nel 2006 non uscì
nulla, e nemmeno nel 2007 e neppure negli anni a venire, finché di Tami
Hoag non si senti più parlare. Panico. Com'era possibile che un'autrice
del genere fosse finita nel dimenticatoio? Poi dopo il buio, la luce.
La Newton Compton acquista i diritti di The 9th Girl e
finalmente la coppia d'investigatori
Kovac e Liska torna sugli scaffali delle librerie italiane.
Io
non amo particolarmente i gialli che ripropongono sempre i medesimi
protagonisti, ho costantemente bisogno di qualcosa di
nuovo, ma
ammetto di essermi affezionata subito al rude Kojak e alla piccola
Campanellino. L'orco e il folletto. Una
coppia così male assortita da essere perfetta.
In
questo romanzo si ritrovano alle prese con uno dei casi più
agghiaccianti mai finiti sui tavoli della polizia: è il 31 Dicembre
quando una giovane donna, in seguito a un tamponamento, viene
catapultata fuori dal bagagliaio di una macchina e scaraventata contro
il parabrezza di un'altra. E' la nona vittima dell'anno, ha il volto
devastato dall'acido e identificarla è apparentemente impossibile, ma
non ci vorrà molto per capire che potrebbe trattarsi di una compagna di
scuola di Kyle, il figlio adolescente di Liska...
Si apre così il caso "Zombie Doe" e il romanzo si spezza in
due. Da una
parte il giallo vero e proprio,
le indagini, un percorso disseminato di bugie da svelare per dar voce
alla verità e vendicarsi di chi non può più farlo. Dall'altra il
complicato mondo dei giovani. Ragazzi dalle mille ferite
aperte persi
in un mare d'insicurezze e paure che devono vedersela contro quella
fetta di coetanei spavaldi e sicuri di sè. L'autrice prende
prepotentemente le parti degli eterni outsider, quegli adolescenti più
introversi che esprimono il loro mondo scrivendo poesie, sognando
ad occhi aperti e disegnando supereroi, quei ragazzi che solo
perché non sfoggiano abiti alla moda o telefonini di ultima generazione
diventano vittime di scherni capaci di sfociare in veri e propri
fenomeni di bullismo. L'adolescenza
è
una realtà sicuramente complicata e mutevole, il flusso di ormoni e la
chimica del cervello sono all'apice della loro attività, ma non tutti
sanno nuotare in questo oceano di cambiamenti.
Kyle è uno
di quei ragazzi che vuole difendere i più deboli dalla crudeltà delle
parole, ha un mondo in cui rifugiarsi e una scorta di bugie da
raccontare, e nessuno conosce la solitudine che prova o le calunnie che
gli vengono inflitte. Liska si ritrova così a dover lavorare a un caso
che le toglie sonno e respiro e ad ammettere a se stessa di non
conoscere suo figlio come credeva. Forse amarlo non è bastato. Forse
non essere mai a casa, avergli fatto cambiare scuola e quartiere,
avergli imposto regole e disciplina, non l'ha aiutato a crescere, ma
gliel'ha reso solo più difficile. E' questo che mi piace della Hoag. Mi piace che riesca a legare il
mondo privato dei suoi personaggi a quello sbattuto in prima pagina dal
crimine del momento, perché Liska prima di essere
un'agente della Omicidi è una donna, ma soprattutto è una madre. Una
tosta tra l'altro.
Kovak è sempre un'ottima spalla, meno protagonista rispetto a Verità Sospette,
ma non importa, la sua presenza riempe qualsiasi scena e le sue battute
stemperano le situazioni più tese. Lo ammetto, mi aspetto che succeda
qualcosa tra loro, ma forse sarebbe un peccato rovinare un'amicizia
consolidata dal tempo, dalla morte e dalla violenza,
un'intesa che
la Hoag rende vera con incredibile semplicità e naturalezza.
D'altronde tutto quello che esce dalla sua penna è vero e
naturale.
Ancora
una volta l'autrice si dimostra abile nella scrittura e nel
confezionare una storia che da voce ai senza voce, dove ragazzi - degni eredi del Signore delle Mosche
- non sanno cosa sia la solidarietà, il conforto e
l'altruismo...
eppure i vincenti sembrano essere proprio loro, almeno finché non si
ritroveranno dalla parte opposta della barricata. Quella che invece di
infliggere, subisce.
Un romanzo
che non delude, da leggere per riflettere sui danni collaterali che
solo l'anima devastata e malata dell'uomo può provocare.